CI VEDIAMO AI MURI

Come si crea cultura negli spazi urbani?
Nell'ambito dei Cultural Studies, un filone di studi legato alle produzioni culturali, si usa tracciare una differenza che si articola sull'asse egemonia-subalternità. I gruppi subalterni accedono alla cultura all'interno di condizioni precise dettate dalle classa egemone. Vi sono spazi di autonomia e resistenza che si aprono nel momento di fruizione di un prodotto, di un servizio o persino di un luogo. È in questo contesto che il progetto cerca di agire nel tentativo di creare una cultura urbana basata su un spinta all'autonomia e coordinazione locale. Il contesto europeo ha mostrato l’irrobustirsi di legami orizzontali: associazione, azioni collettive, comunanza e incontri in luoghi anche estranei all’idea corrente di spazio pubblico. Forme temporanee e fragili di azione nascono ogni giorno segnando il mutamento dei valori comuni attribuiti all’abitare e all’idea di città e urbanistica. L’obiettivo dei Community Hub è quella di sedimentare e consolidare questi processi in corso in un’ottica di permanenza a lungo tempo.
Scenario
"Il racconto dei Murazzi, che cerco sempre di tener lontano da qualsiasi rischio di contaminazione nostalgica, è un po' il racconto di tutte le città che hanno una buona relazione con il proprio underground: non esistono città in buona salute senza una scena underground viva, che è la flora batterica di un organismo che funziona bene. È un patrimonio capace di generare e rigenerare energie in grado di rimanere in circolo per tantissimi anni e di ispirare comportamenti e approcci non dettati dai codici della comunicazione o società di massa, ma da esperienze più contagiose e creative...".¹

Dalla ricerca sullo scenario svolta, abbiamo analizzato la storia dei Murazzi come una zona di autonomia temporanea (TAZ) inteso come comunità circoscritta territorialmente fuori dal controllo delle autorità. L'obiettivo della progettazione è la creazione e lo sviluppo di una comunità sociale dove la verticalità del potere viene sostituita da reti orizzontali di rapporti.
¹ Intervista a Max Casacci, https://www.clubfuturo.org/club/giancarlo/
² T.A.Z.: The Temporary Autonomous Zone, Ontological Anarchy, Poetic Terrorism, Hakim Bey, 1991
Community Hub
Forme temporanee e fragili di azione nascono ogni giorno, segnando il mutamento dei valori comuni attribuiti all’abitare e all’idea di città. L’obiettivo dei Community Hub è sedimentare e consolidare questi legami orizzontali e processi in un’ottica di permanenza a lungo tempo.

L’approccio è quello di co-creazione - all’interno di una comunità formata da attori di diversa estrazione sociale - coinvolti nell’intero processo decisionale, a partire dalla fase di progettazione. Le strutture e i servizi pubblici devono quindi rimanere al servizio della comunità; strutture ibride in continuo mutamento secondo i bisogni della collettività. Si generano così processi aperti e multidimensionali di trasformazione, rivitalizzazione e riuso degli spazi a base sociale, culturale e creativa. Un altro obiettivo è quello di creare un welfare locale partecipato: l’ultimo periodo storico ha dimostrato quanto le idee di collettività e socialità siano importanti in contesti urbani come il nostro, con un tessuto urbano frammentato e complesso. Gli spazi di collettività attivano e portano valore alle singole identità locali, in particolare nelle aree caratterizzate da vuoti urbani; zone che negli anni hanno subito la marginalizzazione sociale, lo stigma di un disagio sociale profondo.
CI VEDIAMO AI MURI
Published: